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Progetti Educativi - Santa Ursula

Biografia di Santa Ursula

Giulia Orsola Ledochowska

Nacque il 17 aprile 1865 a Losdorf in Austria, fu battezzata con il nome di Giulia.

Il padre, Antonio, figlio di un insorto del 1830, fu costretto ad emigrare dal proprio paese – la Polonia. La madre, Giuseppina, di origine Svizzera, consapevole del ruolo che le derivava dal suo matrimonio con un polacco collaborava col marito ad educare i figli nello spirito di amor patrio: Francesca, Vladimiro, Ernestina, Maria Teresa, Giulia, Ignazio e Maria, 8 fratelli di cui due morti in fama di Santità. La Beata Maria Teresa, fondatrice del Sodalizio di S. Pietro Claver.Vladimiro generale della Compagnia di Gesù.

Giulia godeva di un affetto speciale. La mamma la chiamava “Raggio di Sole” e lei accettò questo nome come suo programma di vita... voleva essere come un raggio, dipendere continuamente dal suo Sole Divino e voleva con il suo amore rischiarare la vita degli altri, per condurre tutti alla fonte d’ogni bene, a Dio...

Nelle Studi si distinse per intelligenza, applicazione e comportamento in modo tale che il suo nome venne iscritto nel “libro d’ oro” della scuola. Coltivò le sue spiccate tendenze artistiche per la musica,  la pittura e le lingue.

Nel 1883 la famiglia Ledóchowski ritornó in Polonia e si stabilí a Lipnica Murovana presso Cracovia. I suoi numerosi contatti con la gente fel luogo le permisero di scoprire che molte persone erano in ristrettezze o difficoltá, e ciò le diede l’ opportunità di prodigarsi per le piú bisognose.

Il fratello Vladimiro dichiara: “Aveva il cuore indicibilmente tenero e sensibile per tutte le miserie e sofferenze umane, specialmente per i malati e per i  poveri... Il suo giudizio veniva accolto senza restrizione dalla gente che era incline a perdersi in lunghe cause giudiziarie durante anni e anni.

Nel 1885, il padre e la sorella Maria Teresa furono contagiati da un epidemia di vaiolo e il conte Antonio non superò la grave malattia. Sue letto di morte volle essere assistito spiritualmente da sua figlia Giulia che in tal occasione gli chiese il permesso di farsi religiosa, ciò che le venne concesso di cuore.Il fratello cercó di aiutarla convincendo la madre che aveva bisogno della presenza di Giulia e del decano foraneo, che non voleva perdere la benefica influenza che Giulia esercitava sulla popolazione di tutta la regione.

Nel 1886 Giulia entró nel convento autonomo delle Orsoline di Cracovia. Nel 1889 fece la professione religiosa assumendo il nome di Orsola. In seguito inizió l’ attività di educatrice e di insegnante nel ginnasio gestito dalle stesse suore. Nel 1904 venne eletta superiora del convento di Cracovia. Aprí allora il primo prensionato per universitarie. Adattó le Costituzioni religiose ai bisogni apostolici del tempo ricevendo l’ approvazione della Santa Sede.

Nello svolgere quest’attività non si limitó ad impartire le lezioni,ma si faceva premura di seguire le ragazze singolarmente. Le allieve l’ amavano davvero profondamente, poichè fra i tetri muri dell’istituto era per loro il sole, per il sorriso e la gioia che spargeva intorno. Con le suore, come superiora, era paziente e comprensiva. La sua fermezza si univa alla dolcezza e alla mitezza.

Tra le sua allieve, a Cracovia, era venuta in contatto con non poche ragazze provenienti daí territori polacchi occupati daí russi. Sentiva il bisogno d’avviare un’opera missionaria in Russia.

Nel 1907 in seguito alla richiesta della colonia polacca di Pietroburgo e con la benedizione speciale del Papa Pio X, Madre Orsola vestita da laica, perché era proibita l’ esistenza di conventi, partí con alcune suore per Pietroburgo, dove assunse la direzione dell’internato presso il ginnasio polacco di S. Caterina. Oltre all’attività di educatrice e insegnante, intraprese numerose opere di carattere apostolico ed ecumenico nell’ambiente polacco e tra l’ “intelighenzia” russa. Nel 1908 ottenne l’erezione della casa di Pietroburgo a convento autonomo e fu nominata superiora.

A Pietroburgo non si lasciò scoraggiare dalle numerose difficoltà:il deplorevole stato finanzario del pensionato, gli educatori e docenti mal disposti verso le religione e la mancanza di conoscenza della lingua russa, inoltre l’ imbarazzante necessità di nascondere la propria identità religiosa, almeno nei contatti ufficiali.

L’ approccio con le ragazze fu relativamente facile.Ecco la relazione di una di loro: “Ribelli, attendevamo nella grande sala, secondo quanto ci avevano detto, la nostra nuova e severa educatrice. Invece entrò una persona serena e carina, ci abbracciò con uno sguardo benevolo e disse con un sorriso: “Dunque d’ora in poi saremo una famiglia”. Circondammo la madre. Si ruppe il ghiaccio. Anche il corpo docente fu conquistato e alcune delle insegnanti e tra loro la responsabile del pensionato, accrebbero la comunità delle suore, naturalmente,in segreto.

M. Orsola con tutta l’energia si mise al lavoro. Prese nelle mani l’amministrazione del convitto e introdusse i necessari cambiamenti, però dedicó la maggior parte del tempo alla gioventù.

Fece sorgere una cappella sul terreno dell’ istituto, fondó il Sodalizio Mariano, organizzó ritiri stimolando nelle educande il bisogno di Dio.

Nel 1910 aprí nel golfo di Finlandia, in Merentähti, una scuola con pensionato per giovani polacche. Merentähti (“Stella del Mare”) divenne centro di aiuto e di attivtà religiosa anche per la popolazione del luogo in maggior parte poveri pescatori. Imparó la difficile lingua finlandese per tradurre il catechismo e i canti religiosi. Fece venire da Pietroburgo un’ infermiera per assistere i malati. Mentre  svolgeva queste attivitá, le autoritá russe avevano iniziato a stringere i freni. M. Orsola venne sottoposta a numerosi interrogatori, perquisizioni e, nel 1914, con lo scoppio della prima guerra mondiale,venne espulsa definitivamente daí territori russi e quindi anche dalla Finlandia

.Nel 1914 , Madre Orsola, si recó in Svezia. Là s’inserí, con entusiamo e con nuove iniziative, nella vita locale e nell’ attività della Chiesa cattolica. Diede inizio, fra l’altro, ad un istituto di lingue straniere. Nello stesso tempo collaboró con il Comitato di aiuto alle vittime della guerra in Polonia, organizzato a Vevey da H. Sienkiewicz. Percorse i paese scandinavi, tenendo decine di conferenze sulla Polonia, sulla sua cultura, la sua storia e sui diritti del popolo polacco all’ indipendenza. Allacció numerosi contatti con persone di varie nazionalità, religioni e convinzioni.

Radunó le donne per i colloqui religiosi e ritiri spirituali... inauguró il Sodalizio Mariano... fondó e pubblicó un mensile dal titolo: “Scintille di Sole”,unico periodico cattolico, allora, in Svezia.

Nell’anno 1917, intraprese ancora un’opera importante; organizzó in Danimarca (Djursholm, 1915 e Aalborg, 1918) la casa per gli orfani di uno o di entrambi i genitori,figli degli operai polacchi che andavano in Scadinavia per i lavori stagionali e che la guerra aveva tagliato fuori dal paese. Fondó anche una Scuola di economia domestica per ragazze.

La fine della prima guerra mondiale e la visione di ciò che aveva causato, spalancarono dinnanzi a lei nuovi orizzonti apostolici. Nel 1920 rientró in Polonia, con un gruppo di suore e di bambini polacchi. La comunità si stabilí a Pniewy. Madre Orsola ottenne il permesso dalla Sede Apostolica di trasformare la casa autonoma di Pietroburgo in Congregazione delle Orsoline del Cuore di Gesù Agonizzante.

La Congregazione partecipó con dinamismo alla vita del paese in ricostruzione. Proseguí un rapido sviluppo di opere e di comunità. Nel primo dopoguerra (1920-1939) vennero fondate 35 case in Polonia, Italia e Francia, il numero delle suore arrivó a circa 800.

Abbracció, con la propria attivitá, una larga fascia di bisogni sociali e religiosi: istituti di educazione, scuole, pensionati per universitarie, circoli per i giovani, scuole materne, catechizzazione, Crociata Eucaristica, Congregazioni Mariane, edizione di periodici religiosi, apostolato  nelle borgate di grandi città, nelle fabbriche e nelle regioni meno sviluppate.

Invió suore in Francia, affinché lavorassero – come operaie – in quelle fabbriche e a Primavalle una delle zone piú povere ed abbandonate di Roma.

Madre Orsola parti verso l’amato Signore,a Roma,il 29 maggio 1939, nella casa generalizia dell’Istituto, ove, in previsione della seconda guerra mondiale, aveva convocato le superiore per dar loro le ultime istruzioni. Con grande partecipazione di fedeli, le spoglie mortali furono tumulate nel cimitero del Verano; il 22 aprile 1959 ,riesumate e trovate intatte, furono trasferite nel Generalato di Via del Casaletto 557. Nel 1989 una seconda esumazione e la traslazione in Polonia, a Pniewy, dove tutt’ora riposano e sono meta di molti pellegrinaggi.

Il 20 giugno del 1983 venne beatificata dal Papa Giovanni Paolo II a Poznan in Polonia.

 “Orsoline del Sacro Cuore di Gesù – e la Chiesa aggiunse– Agonizzante” viene chiamata così la Congregazione fondata da Madre Orsola, attraverso la quale si perpetua nella storia, la spiritualità che ha animato profondamente la sua esistenza.

La missione specifica della Congregazione nella Chiesa è annunciare Cristo, l’ amore del Suo Cuore attraverso l’ educazione e l’istruzione dei bambini e della gioventù, il servizio ai fratelli più bisognosi ed oppressi, e attraverso altre forme di attività che tendono all’ evangelizzazione del mondo. “L’ Orsolina del S. Cuore di Gesù Agonizzante deve e vuole consacrarsi ai poveri” (Cost. I,§ 4).

Attualmente la Congregazione é presente in 13 Paesi: Polonia, Italia, Francia, Canada, Argentina, Brasile, Germania, Finlandia, Tanzania, Russia, Ucrania, Filippine e Bolivia.

“Andate nel mondo col sorriso sulle labbra. Andate a seminare un po’ felicità in questa valle di lacrime sorridendo a tutti e specialmente ai tristi, agli scoraggiati, a coloro che cadono sotto il peso della croce sorridendo loro con quel sorriso luminoso che parla della bontà di Dio”. (M. Orsola Ledóchowska)

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